TORNA A BIODECONTAMINAZIONE

Le infezioni nosocomiali rappresentano un grave ostacolo per la garanzia del benessere dei pazienti e degli operatori sanitari e sono strettamente correlate non solo agli ambienti ospedalieri ma anche alla strumentazione e ai dispositivi medici impiegati. L’introduzione di nuove tecnologie sanitarie e il largo uso di farmaci a scopo profilattico o terapeutico, che da una parte hanno permesso la sopravvivenza a pazienti ad alto rischio di infezioni, dall’altra hanno facilitato l’ingresso dei microrganismi anche in sedi corporee normalmente sterili e hanno promosso l’emergenza di ceppi batterici resistenti agli antibiotici.

La facilità con cui la maggior parte dei patogeni può essere trasmessa, e la gravità delle malattie ad essi correlati, hanno fatto sì che le tecniche di disinfezione venissero affiancate da metodi di DECONTAMINAZIONE sempre più all’avanguardia e soprattutto sempre più efficaci.

Per tali motivi Biodek opera nel settore ospedaliero non solo per eliminare infezioni patogene già presenti ma anche per prevenirne l’insorgenza di nuove, attraverso controlli sui sistemi di ventilazione, sull’igiene del personale e dell’ambiente.

Ambienti a rischio

• Ospedali
• Case di cura
• Cliniche private
• Case di riposo
• Ambulatori medici, dentistici e veterinari
• Laboratori analisi

E’ bene ricordare che mentre prima gli ospedali erano il luogo in cui si svolgeva la maggior parte degli interventi assistenziali, negli ultimi anni sono aumentati i luoghi di cura extra-ospedalieri (residenze sanitarie assistite per anziani, assistenza domiciliare, assistenza ambulatoriale). I cambiamenti subiti dall’assistenza sanitaria sono stati tanto profondi che è necessario oggi ampliare il concetto di infezioni ospedaliere a quello di infezioni correlate all’assistenza sanitaria e sociosanitaria (Ica).

Modalità di trasmissione

•Mediante goccioline di grandi dimensioni dette “droplet”, generate durante tosse, starnuti o fonazione ed espulse a breve distanza nell’aria ( 1-2 m) e depositate sulla congiuntiva dell’ospite, sulle sue mucose nasali o nella bocca
•Via aerea tramite disseminazione di “droplet nuclei “( particelle < 5 micrometri ) che a differenza delle goccioline droplet rimangono sospese nell’aria per un lungo periodo di tempo
•Veicolo comune ( acqua,cibo,materiale, strumentazione)
•Vettori esterni (zanzare, mosche o altri parassiti)

Malattie trasmissibili per contatto
Diarrea da: Salmonella, Shigella, Campylobacter, E. coli O157:H7
Clostridium difficile,
Virus dell’epatite A, E
Virus Respiratorio Sinciziale, Adenovirus, Rhinovirus
Rosolia congenita.
Febbri emorragiche virali
Malattie gastrointestinali, respiratorie, cutanee da germi multi-resistenti
Scabbia
Pediculosi
Varicella
Herpes simplex neonatale o muco cutaneo
Herpes Zoster

Malattie trasmissibili mediante goccioline di grandi dimensioni
Malattia invasiva da Haemophilus influenzae tipo b
Malattia invasiva da Neisseria meningitidis
Difterite
Polmonite da micoplasma
Pertosse
Peste polmonare
Infezioni streptococciche
Adenovirus
Influenza
Parotite epidemica
Parvovirus B19
Rosolia

Malattie trasmissibili tramite disseminazione di “droplet nuclei “
Microrganismi trasportati in questo modo possono essere dispersi da correnti d’aria o essere inalati dall’ospite anche lontano dal paziente-fonte
Esempi di tali malattie :
morbillo
varicella
tubercolosi

Vettori esterni
Esseri viventi che danno ospitalità ai microrganismi, li disperdono nell’ambiente esterno o li inoculano direttamente in un organismo sano.
Vettori meccanici = veicolano l’agente infettante occasionalmente e passivamente.
Vettori ospiti = zanzare,zecche, pulci in cui l’agente infettante replica o compie parte del suo ciclo vitale prima di essere trasmesso all’ospite.

I limiti dei protocolli di disinfezione tradizionale evidenziano la difficoltà di eliminare il rischio di infezioni e di contaminazione derivata dalla criticità delle aree da trattare e dalle condizioni dei pazienti. Attualmente la prevenzione per la salute dei pazienti e/o del personale medico negli ospedali è gestita attraverso mezzi tradizionali non sempre efficaci.
Le difficoltà generalmente riscontrate sono: utilizzo di prodotti tossici, errate diluzioni del prodotto, uso scorretto del disinfettante e difficoltà a raggiungere zone poco accessibili o nascoste. Un’accurata e sistematica disinfezione delle strutture e dei locali rappresenta una delle principali azioni di natura preventiva atta a ridurre i rischi per la salute.

CURIOSITA’

“L’importanza dell’igiene in ambito ospedaliero – La storia di Semmelweis” Ignác Fülöp Semmelweis, medico ungherese, fu il primo a intuire che la febbre puerperale, infezione trasmessa per contagio diretto e molto diffusa fino alla seconda metà dell’ 800, fosse una malattia trasferita da un corpo all’altro, causata dal contatto che i medici e gli studenti avevano con le donne decedute su cui praticavano l’autopsia ed immediatamente dopo con le partorienti che andavano a visitare in corsia.

Il reparto di ostetricia dell’ospedale di Vienna in cui lavorava Semmelweis era suddiviso in due padiglioni. Egli osservò che nel primo padiglione, in cui venivano praticate molte autopsie, la morte delle pazienti per febbre puerperale era dell’11%, invece nel secondo padiglione, in cui operavano le ostetriche, si registrava una mortalità dell’1%. In seguito a queste osservazioni Semmelweis intuì che la poca igiene dei medici e che il contatto prima sui cadaveri e poi sulle pazienti senza regole igieniche rappresentasse la causa dell’elevata mortalità delle pazienti. Egli affermò: “Sono le dita degli studenti, contaminatesi nel corso di recenti dissezioni, che portano la fatali particelle cadaveriche negli organi genitali della donna incinta”. Era una teoria sconvolgente per i tempi. Per dimostrarla il giovane Semmelweis mise in atto una banale disposizione: ciascun medico o studente che si era impegnato in dissezioni di cadaveri il giorno stesso o il precedente, era obbligato a lavarsi accuratamente le mani con una soluzione di cloruro di calcio, prima di effettuare qualsiasi operazione su una puerpera. I fatti gli diedero immediatamente ragione. Era il maggio 1847.
La sua intuizione però non destò entusiasmo, al contrario attirò contro di lui invidia e gelosia. Le sue disposizioni vennero considerate arroganti e offensive al punto che il suo direttore non gli rinnovò il contratto. Il mondo medico per principio rifiutava di ammettere che i medici stessi potessero essere degli “untori” e la comunità scientifica gli si scagliò contro. Semmelweis finì per essere ricoverato in manicomio, dove morì nel 1865, a causa delle percosse subite nell’istituto.
Per Semmelweis i riconoscimenti arriveranno solo molti anni dopo e precisamente solo dopo che Pasteur dimostrerà l’esistenza della contaminazione batterica nel 1864.

L’amico Ferdinand von Hebra che si era esposto in suo favore attirandosi per questo non poche inimicizie, affermò: “Quando qualcuno scriverà la storia degli errori umani ne troverà pochi più gravi di quello commesso dalla scienza nei confronti di Semmelweis.”
Attualmente, grazie anche alle sue scoperte, le norme igienico-preventive adottate in ambito sanitario hanno permesso di debellare tutte quelle patologie facilmente trasmissibili tramite contatto.

Riferimenti:
Nuland, “Il morbo dei dottori”, Editrice Codice, Torino 2004, p.71
Céline, “Il dottor Semmelweis”, Editrice Adelphi, Azzate 2006, p.66
Ignaz Philipp Semmelweis (German-Hungarian physician) – Encyclopedia Britannica)

Biodek si propone di offrire un servizio di disinfezione a 360 gradi in un settore notevolmente importante per il benessere collettivo attraverso un sistema in grado di ridurre al minimo il rischio infettivo e in grado di eliminare gli agenti microbici più di ogni metodo tradizionale attualmente conosciuto.